Non si può avere prosperità mortificando il risparmio.
Non si può rinforzare il debole, indebolendo il forte.
Non si può far crescere la fratellanza stimolando l'odio di classe.
Non si può aiutare chi guadagna uno stipendio, molestando chi glielo paga.
Non si può aiutare il povero, distruggendo il ricco.
Non si può creare una vera sicurezza con denaro prestato.
Non si possono evitare difficoltà spendendo di più di quello che si guadagna.
Non si possono formare carattere e valore, togliendo all'uomo l'iniziativa, la libertà e l'indipendenza.
Non si possono aiutare gli uomini per sempre, facendo per loro ciò che devono e possono fare da soli.
(Abraham Lincoln)

venerdì 27 gennaio 2012

GLOBALIZZAZIONE DELLE DISUGUAGLIANZE


Non è successo mica che ci siamo svegliati  e ci siamo ritrovati d’un colpo più poveri? Siamo giunti fin qui ignorando che da circa 20 anni dal WTO, il mondo è unito in un unico sistema. La cosiddetta “GLOBALIZZAZIONE”.  7 miliardi di persone condividono tempo e spazio senza una concreta strategia. Un sistema in cui le reazioni di una nazione possono determinare il destino del mondo, un mondo dove tutto è mercato e le multinazionali sono i nuovi signori del mondo a cui il potere finanziario, da loro i mezzi per comprare e mettere  a proprio servizio Stati, Partiti …..
La crisi ha posto in evidenza semplicemente che questo sistema globalizzato non è positivo per tutti, ci sono vittime e beneficiari, schiavi e padroni.

Dal 1950 la ricchezza del pianeta si è moltiplicata di 6 volte, il reddito medio degli abitanti di 100 paesi su 174 è in piena regressione, le tre persone più ricche del mondo hanno una ricchezza superiore al PIL  totale dei 48 paesi più  poveri. Il patrimonio dei 15 individui più fortunati supera il Pil di tutta l’Africa sub sahariana. Infine i beni delle 84 persone più ricche al mondo supera il Pil della Cina . E ciò che più grave che  la sovracrescita dei paesi sviluppati e emergenti di questi anni ha bruciato e divorato risorse e materie prime, insostenibili da  punto di vista dell’equità.
Significa che se tutto il pianeta avesse vissuto negli ultimi anni  come  un cittadino medio americano, i limiti fisici della terra sarebbero stati già ampiamente superati. Ma non bisogna andare troppo lontano per capire che le diseguaglianze di questo sistema fallimentare ora sono ampiamente evidenti anche nel nostro Paese, che si è sempre fregiato di una classe media, che oggi soccombe e sempre più rischia di cadere nella soglia  di povertà.
In questi ultimi 20 anni la delocalizzazione è stato un processo che ha interessato soprattutto le multinazionali di grandi e piccole dimensioni,  alla ricerca del massimo profitto anche a parità di fatturato, semplicemente abbattendo il costo più rilevante di ogni impresa: la manodopera.  Ancora di più le multinazionali della grande distribuzione  che si sono conquistate la maggiore quota di mercato nel mondo, comprando dove costa poco produrre e vendere dove i consumi sono sostenuti.
Oggi invece la delocalizzazione è divenuta l’unica via percorribile,  anche per tante piccole e medie imprese che con sacrificio sono costrette a delocalizzare per non estinguersi.
Risultato? Un paese che ha delocalizzato la produzione e che non può più offrire lavoro è costretta ad approvvigionarsi sempre più dall’estero e per sostenere i consumi deve indebitarsi sempre di più. Ma tutto questo ha un limite.
Ecco, questo limite noi l’abbiamo superato!
La manovra lacrime e sangue ci è stata appena servita. 
Non credo occorra aggiungere altro se non una riflessione : che l’uomo ha avuto la presunzione di  importare nell’economia l’unico esempio di globalizzazione ben riuscita:
IL CORPO UMANO- qui ci sono 100 miliardi di cellule, ognuna è parte di un sistema (circolatorio, immunitario.) o di un apparato di organi il cui scopo è consentire le funzioni vitali essenziali.
Significa che non c’è nessun elemento che serve a se stesso, ma ognuno di essi esiste e vive per servire tutto il corpo,rispondendo ad un  unico principio: LA LEGGE DELLA NATURA
Ma gli uomini della globalizzazione che hanno voluto considerare l’economia come un  unico grande organismo hanno forse dimenticato che in natura gli organismi
NASCONO, CRESCONO, SI SVILUPPANO E POI MUOIONO!




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