Non si può avere prosperità mortificando il risparmio.
Non si può rinforzare il debole, indebolendo il forte.
Non si può far crescere la fratellanza stimolando l'odio di classe.
Non si può aiutare chi guadagna uno stipendio, molestando chi glielo paga.
Non si può aiutare il povero, distruggendo il ricco.
Non si può creare una vera sicurezza con denaro prestato.
Non si possono evitare difficoltà spendendo di più di quello che si guadagna.
Non si possono formare carattere e valore, togliendo all'uomo l'iniziativa, la libertà e l'indipendenza.
Non si possono aiutare gli uomini per sempre, facendo per loro ciò che devono e possono fare da soli.
(Abraham Lincoln)

martedì 24 gennaio 2012

A COSA SERVONO QUESTI QUATTRINI !!!!



Rappresentata per la prima volta nel 1940, la commedia - una delle più divertenti interpretate dai grandi fratelli De Filippo, Eduardo e Peppino - precorreva allora i tempi, affrontando temi come gli scandali economici e l'onnipotenza del denaro.
 E oggi, a oltre 70 anni dal debutto, conferma l'attualità del Teatro di tradizione napoletano, di cui Luigi De Filippo, con la sua comicità ironica e amara capace di divertire e far riflettere, è considerato tra i più autorevoli rappresentanti.
La commedia di Armando Curcio divenne anche un film del 1942 diretto da Esodo Pratelli con Eduardo De Filippo, Peppino De Filippo, Paolo Stoppa, Clelia Matania, Nerio Bernardi, Nino Marchesini.
A che servono questi quattrini? racconta le vicende del marchese Eduardo Parascandoli (Luigi De Filippo) che, diventato serenamente povero da ricco che era, è un seguace accanito della filosofia stoica e insegna il disprezzo per i beni materiali a Vincenzino Esposito, il suo più fedele seguace. Parascandoli fa credere a tutti, compreso all’ingenuo Vincenzino, che quest'ultimo abbia ereditato una cospicua somma di danaro. Il suo scopo, però, è dimostrare che i quattrini non servono a nulla, e che basta la fama della ricchezza per procurarsi crediti da tutti: attraverso comiche situazioni ci riesce e dimostra che per guadagnare del danaro non occorre né lavorare, né disporre di capitali, ma basta essere furbi.

Riflettete!!!!


Bianca M. Maraniello
Fonte: Redazione Teatro.org

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