Non si può avere prosperità mortificando il risparmio.
Non si può rinforzare il debole, indebolendo il forte.
Non si può far crescere la fratellanza stimolando l'odio di classe.
Non si può aiutare chi guadagna uno stipendio, molestando chi glielo paga.
Non si può aiutare il povero, distruggendo il ricco.
Non si può creare una vera sicurezza con denaro prestato.
Non si possono evitare difficoltà spendendo di più di quello che si guadagna.
Non si possono formare carattere e valore, togliendo all'uomo l'iniziativa, la libertà e l'indipendenza.
Non si possono aiutare gli uomini per sempre, facendo per loro ciò che devono e possono fare da soli.
(Abraham Lincoln)

giovedì 16 maggio 2013

IL RUOLO DELLA FINANZA COMPORTAMENTALE-2 PARTE

In questa seconda parte analizzeremo gli errori che commettono gli investitori come ad esempio la maledizione dei prezzi di carico,di chi non riesce a vendere in perdita,di dare ascolto ai guru finanziari, pensare di poter comprare ai minimi e vendere ai massimi.....ce ne sarebbero un'infinita di casi, ma incominciamo a vedere i piu' comuni.

Uno degli errori tipici e', dunque, quello dell'avversione alle perdite; quest'ultime contano piu' dei guadagni nella mente degli investitori che soffrono e non gioiscono  piu' per una perdita realizzata che  per un guadagno equivalente. In finanza comportamentale si parla di "effetto disposizione" perche' non si e' disposti a vendere un asset deprezzato per la propensione di rimandare la "monetizzazione" della perdita, comportamento che di fatto concorre ad innalzare inconsapevolmente la propensione al rischio.
Altri casi frequenti sono le cosidette "trappole di illusioni cognitive" che comportano alcune conseguenze tra le quali le piu' comuni sono:
-bloccarsi in una opinione o in una convinzione sulla direzine del mercato;
-vendere i titoli troppo presto o troppo tardi;
-essere eccessivamente euforici o depressi con risultati disastrosi in entrambi i casi;
-avere una paralizzante paura del nuovo e assecondare la forte tendenza a mantenere lo status quo;
-investire col senno di poi pensando che cio' che e' successo nel passato si ripresentera';
-farsi prendere dalla frenesia del compra-vendi che alla fine rendera' solo agli intermediari ;
-credere ancora al "marketing finanziario" costruito sui prodotti con cedola o dove si usano come specchietto per le allodole le parole "garantito o assicurato.
Tutto cio' accade perche', come ci insegna la finanza comportamentale, il piu' comune dei vizi capitali degli investitori, e' l"overconfidence" cioe' la giustificazione a tutto credendo di avere l'illusione del controllo personale degli eventi; e' proprio questa eccessiva sicurezza che induce ad una eccessiva movimentazione o a prendere decisioni avventate. Come rimediare a queste trappole della nostra mente?
AUTODISCIPLINA+CONOSCENZA+ESPERIENZA+ABILITA'.
Come diceva Benjamin Graham, economista considerato il padre del "value investing" e mentore di Warren Buffet, "il maggior problema nonche' il peggior nemico di ogni investitore e' se stesso"....la differenza tra il successo e il fallimento e' legata al disciplinato rispetto delle regole e di una strategia di investimento; prima di prendere posizioni sul mercato e' indispensabile stabilire con precisione quanto vogliamo guadagnare e quanto siamo disposti a perdere; e' per questo che e' importante farsi aiutare da un esperto; da un consulente finanziario indipendente senza alcun conflitto di interesse che e' un ottimo alleato per l'investitore che vuole mettere un freno agli "spiriti animali" e cerca soluzioni razionali, collaudate e non basate sull'emotivita'.
Anche per questi motivi , il nostro cervello e' una macchina meravigliosa. Anche quando non funziona bene. Basta saperlo e trovare le giuste contromisure per controllare emozioni ed illusioni.

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