Non si può avere prosperità mortificando il risparmio.
Non si può rinforzare il debole, indebolendo il forte.
Non si può far crescere la fratellanza stimolando l'odio di classe.
Non si può aiutare chi guadagna uno stipendio, molestando chi glielo paga.
Non si può aiutare il povero, distruggendo il ricco.
Non si può creare una vera sicurezza con denaro prestato.
Non si possono evitare difficoltà spendendo di più di quello che si guadagna.
Non si possono formare carattere e valore, togliendo all'uomo l'iniziativa, la libertà e l'indipendenza.
Non si possono aiutare gli uomini per sempre, facendo per loro ciò che devono e possono fare da soli.
(Abraham Lincoln)

giovedì 4 ottobre 2012

LA GUERRA DELLE MONETE






Nell'ultimo anno, oltre alla crisi che si e' accentuata nei Paesi periferici dell'Europa, stiamo assistendo ad una vera e propria "guerra delle monete".
Al centro del movimento il dollaro americano che nel giro di un anno è passato da 1.50 dollari contro euro a poco piu' di 1,20 per poi risalire da luglio ad oggi ad 1,30.

L'economia americana segna il passo e Ben Bernanke ha deciso , come sapete, di iniettare 85 miliardi di dollari al mese sui mercati per sostenere il suo Paese; il Presidente della Federal Reserve ha anche dichiarato di mantenere i tassi praticamente a zero fino al 2015.
Il dollaro si e' naturalmente indebolito nei confronti dell'euro e cio' ha consentito, nel periodo estivo, una maggiore competitività delle aziende esportatrici made in Usa; in realtà la svalutazione del dollaro è stata un po' inferiore alle attese degli analisti per due motivi:il primo perche' strutturalmente il dollaro e' una moneta forte e sarà sempre l'unita' di misura e di scambio di tutte le materie prime e delle transazioni finanziarie; dall'altro perchè l'Europa ha talmente tanti problemi interni che nemmeno l'euro ha beneficiato appieno delle mosse del quantitative easing americano e del nuovo "salva-stati".
In questo contesto, nemmeno l'economia cinese spinge come un tempo e lo yuan si è rivalutato meno che in passato nei confronti del dollaro usa;
Dove troveranno rifugio i capitali finanziari in cerca di un guadagno con poco rischio?
Molti pensano ai mercati emergenti, ma i Paesi del BRIC tutto possono sopportare tranne che una eccessiva rivalutazione mentre anche le loro economie stanno frenando seccamente.
Che fare dunque?
Il consiglio , tranne nel caso di puntare su economie stabili e forti ma con ritorni reali vicini allo zero, come nel caso di Svizzera, Norvegia e Canada , è quindi di ancorarsi al vecchio dollaro e sfruttare le oscillazioni di cambio che inevitabilmente in questi periodi saranno molto piu' volatili.
Buona fortuna.




















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